N° 35
(PARTE SECONDA)
1.
Un veloce
riassunto: un trio di supercriminali composto da Melter, Blizzard e Whiplash ha
assalito la Stark Tower ed a
fronteggiarli c’è Mike O’Brien nelle vesti di Iron Man. Le cose, però, gli
stanno andando male, perché i tre supercriminali lo stanno attaccando tutti
insieme ed a quanto pare lui sta perdendo. Nel frattempo, in un salone
dell’Ambrose Building, Tony Stark sta concludendo un accordo con Kenzo Fujikawa
per un’alleanza tra REvolution e Stark-Fujikawa per arrestare la scalata ostile
di Tiberius Stone ad entrambe le società. Frattanto a Chicago, Kathy Finch,
figlia naturale di Tony e di Joanna Nivena Finch è scappata di casa.
Ed
ora si sollevi il sipario e cominci lo spettacolo.
Ritratto
di un eroe in difficoltà: Michael O’Brien pensava che fosse una buona idea
mettersi l’armatura di Iron Man per combattere un paio di supercriminali da
strapazzo, ma questo era prima che arrivasse sulla scena Whiplash con le sue
cyberfruste, capaci d'intaccare perfino l’avveniristica armatura progettata da
Tony Stark. La sorpresa lo ha paralizzato abbastanza da permettere a Melter e
Blizzard di riprendere fiato. Bersagliato da colpi di gelo, raggi fusori e
frustate Mike è comprensibilmente disorientato, ma non resisti dieci anni nella
Polizia di New York se non impari a reagire in fretta. La temperatura esterna
dell’armatura aumenta più rapidamente di quanto Blizzard riesca a formare il
ghiaccio e subito Iron Man si rivolge verso Melter, sparandogli contro un
raggio repulsore.
Ah, mi hai mancato!- esclama
Melter chinandosi.
<<E
chi ti dice che stavo mirando a te?>> replica Mike.
Il
suo colpo raggiunge un lampadario sopra Whiplash, l’oggetto oscilla e cade
travolgendo la donna.
<<Ora
occupiamoci di te.>> dice Mike rivolgendosi a Melter.
-Non... non puoi battermi…-
balbetta Melter arretrando -… il mio raggio fusore ridurrà la tua armatura a…
a…-
<<Ne
sei sicuro? Sono molto più rapido di te e per quanti danni tu possa fare li
riparerò in fretta … a meno che tu non azzecchi un solo colpo nel punto giusto…
ma perché dovresti riuscirci? Dopotutto il tuo predecessore ha sempre perso contro
di me, non è vero?>>
Calma
Mike, si dice Iron Man, non lasciarti ottenebrare dalla troppa fiducia in te
stesso, questo potere può essere inebriante e tu lo sai meglio di altri, quindi
sta attento. E a proposito di stare attento, che sta combinando Blizzard?
Mike
si volta verso il terzo avversario
<<Attento
Donny!>> gli intima <<Non
peggiorare la tua situazione,>>
-Non chiamarmi Donny, maledetto!
Io sono Blizzard, hai capito? Se voglio posso ridurre te e tutto questo palazzo
ad una montagna di ghiaccio!-
<<E
allora smetti di blaterare e fallo, se ne sei davvero capace.>>
Blizzard
non si fa pregare e tende entrambe le mani contro il suo nemico.
Tony
Stark non riesce a credere a quanto ha appena sentito:
-Che cosa hai detto Joanna? Sei…
sei sicura?-
<<Certo che lo sono, Tony.-
risponde Joanna Nivena Finch –Nostra figlia è scappata. Ha lasciato un
biglietto in cui diceva che non sopportava più i litigi tra me e Howard[1]
a causa sua… del fatto e che è tua figlia e non di Howard. Aveva intenzione di
venire a New York… da te. Tony, ha solo 12 anni, è ancora una bambina, come può
cavarsela da sola?>>
-Cerca di calmarti Joanna. Ha dei
soldi con se? Io le avevo dato una carta platinum, l’ha presa? Ed il cellulare?
Hai provato a chiamarla?-
<<Io… si… mi ha risposto che
stava bene e che non dovevo preoccuparmi, poi ha riattaccato. Howard ha cercato
nelle stazioni degli autobus e dei treni, ma niente.-
-Ascoltami Joanna: la troverò, te
lo prometto. Hai la mia parola che te la riporterò sana e salva.-
Una
promessa impegnativa, ma che Tony è deciso a mantenere a tutti i costi. Sua
figlia gli è stata negata per la maggior parte della sua vita, non la perderà
adesso. Dopo che ha riattaccato, Kenzo Fujikawa gli si rivolge:
-Stark San, voglio che sappia che
le risorse della mia società e della mia famiglia sono a sua completa
disposizione per ritrovare sua figlia.-
-Io… grazie Fujikawa San, la
ringrazio molto. Ora, se vuole scusarmi io…-
-Mi spiace Stark San, ma devo
ricordarle che non c’è tempo da perdere: lei ed i suoi soci dovete ora decidere
se accettare la mia proposta. Tra pochi minuti ci saranno le votazioni finali
ed in questo momento Tiberius Stone ha abbastanza voti per avere la maggioranza
del Consiglio.-
Tony
freme. Quello che vorrebbe fare è uscire e mettersi alla ricerca di Kathy, ma
lasciare la sua società a Tiberius Stone…
-Mi dia solo due minuti per
parlare coi miei soci, Fujikawa San.- dice infine.
2.
Il
ristorante è la Tavern on the Green in Central Park, un luogo che Philip Grant,
detto il Corvo, non avrebbe mai pensato di poter frequentare solo poco tempo
prima. Questo era prima che scoprisse di essere il figlio naturale di Tony
Stark e Meredith McCall, prima dello stipendio a sei cifre come dirigente della
Stark-Fujikawa, posto offertogli a malincuore da Morgan Stark Di certo nessuno lì attorno lo scambierebbe
per un ragazzo ricco, con la sua T-Shirt perennemente fuori dai Jeans, un
logoro giubbotto di pelle, i capelli scarmigliati come un punk in disarmo e gli
occhi nascosti da un paio di Ray Ban dalle lenti scurissime.
Lei
lo sta aspettando al bar e gli viene incontro sorridendo. Philip deve ammettere
che si sente a disagio con lei: è sua madre, ma lui, di fatto, non la conosce.
Tony Stark riesce anche ad ignorarlo, ma lei…
Meredith
lo bacia su una guancia.
-Punge.- gli dice –Dovresti
deciderti a farti la barba con più regolarità.-
-E magari tagliarmi i capelli,
mettere un bel gessato scuro, una camicia bianca ed un orologio di marca? Non è
il mio stile “mammina”.- replica lui con malcelato sarcasmo.
-E che ci sarebbe di male? Sei
l’erede degli Stark e dei McCall, dopotutto… non che ci sia rimasto molto dei
McCall da ereditare, comunque, anche se è abbastanza da consentirmi di vivere
senza lavorare, almeno per un bel po’.-
Il
Corvo sta per replicare quando tre individui armati irrompono nel ristorante.
-Fermi tutti, questa è una
rapina.- dice quello davanti a tutti -State fermi e nessuno si farà male.
Consegnateci portafogli e gioielli subito. Comincia tu bella signora.-
L’uomo
allunga la mano e Philip si ritrova a reagire senza sapere neanche lui perché:
-Ehi tu, lasciala stare.- esclama.
L’altro lo
colpisce al mento con il calcio del fucile ribattendo:
-Meglio se stai calmo, ragazzo, o
ti farò molto male.-
In
seguito Philip Grant farà fatica a credere di aver visto quello che ora sta
vedendo: sua madre che balza contro il capobanda, lo disarma con un colpo di
karatè, e lo abbatte con un altro colpo, poi si volta verso gli altri, rimasti
sbalorditi. La vede saltare con la grazia e l’agilità di un’atleta… di più: con
quella di una maestra di arti marziali. Le ci vogliono meno di tre minuti per
abbattere i tre banditi a suon di calci e colpi di mano, poi si volge verso di
lui, ancora seduto sul pavimento, e gli chiede:
-Tutto bene?-
E
non sembra nemmeno sudata.
-Certo.- risponde Philip –Ma
tu…cosa sei: una specie di ninja?-
-Una specie, si.- risponde cupa
Meredith e Philip capisce al volo che non ha voglia di dire altro.
Che
tipo di donna ha per madre? Si chiede.
Blizzard
scatena tutta la sua potenza contro Iron Man: la temperatura si abbassa sempre
di più, il ghiaccio si condensa intorno alla figura in armatura e riempie tutta
la stanza. Melter e Whiplash ne sono ugualmente colpiti.
-Fer...mo.- prova a dire Melter,
ma Blizzard non lo ascolta e continua.
L’armatura
di Iron Man è quasi interamente coperta da uno strato di ghiaccio, ma comincia
a risplendere, mentre visibilmente si riscalda ed il ghiaccio si fonde.
Blizzard non si dà per vinto: abbassa ancora la temperatura, sempre di più, di
più, di più
E
alla fine qualcosa si spezza ed il suo apparecchio. Donny Gill sente lo
sfrigolio.
-Cosa?- esclama.
Mike
O’Brien gli si avventa contro e gli strappa il costume e con esso i suoi
circuiti, scagliandoli lontano, dove esplodono senza danno.
<<Hai
abusato del tuo potere, Blizzard….>> spiega Iron Man <<… e sei finito in corto circuito. Peccato,
per te, io ti avevo avvertito di smetterla finche potevi.>>
Con
un solo colpo, vibrato con minima forza con la mano destra, Mike abbatte
Blizzard, quanto agli altri avversari, meglio chiamare un’ambulanza per evitare
rischi di ipotermia. Deve ricordarsi di ringraziare Tony per questa meraviglia
di armatura.
Tony fissa i suoi soci: Dwayne Taylor e Danny
Rand e dice:
-Non ho tempo da perdere adesso,
dovete dirmi se accettate. Da come la vedo io, abbiamo solo tre possibilità:
accettare l’offerta di Fujikawa e mantenere il controllo della società;
rifiutarla e correre il rischio che il suo non sia un bluff. In questo momento
senza il voto di Fujikawa, Stone controlla il 60% delle azioni. Vogliamo
consegnargli la società? Io non sono disposto a farlo: se vince questo round,
poi non si fermerà finché non ci avrà inglobati tutti quanti.-
-Questo è il risultato di essere
voluto andare in borsa a tutti i costi.- replica Dwayne Taylor -Ci hai esposto
alle scalate.-
-Non fare l’idealista con me,
Taylor. Senza i denari freschi degli investitori, il progetto REvolution
sarebbe fallito per mancanza di fondi entro il primo anno e lo sai. O vuoi darmi ad intendere che non
sai che i fondi con cui alimenti la tua preziosa Fondazione Taylor vengono da
attività come i brevetti della Genetech che rendono un sacco di profitti?-
Dwayne
lo guarda cupo e replica:
-La verità è che pur di non
perdere faresti un patto anche col Diavolo e che non vuoi lasciarti scappare
quest’occasione di rimettere piede nel Consiglio della società che fu tua e di
tuo padre.-
-Si, ammetto che c’è anche questo
fattore, ma tu pensi di essere diverso da me Dwayne? Fatti un esame di
coscienza.-
-Io sto con te, Tony.- interviene
Danny Rand –Meglio avere Fujikawa come socio che consegnare la società ad uno
come Stone.-
-Si… sono d’accordo anch’io.-
conviene, infine Dwayne.
-Bene.- commenta Tony –Lascio a
voi discutere i dettagli con Fujikawa e Morgan, io ora devo andare a cercare
mia figlia. Una sola cosa: uno dei posti che ci daranno nel consiglio della
Stark-Fujikawa è mio, per l’altro, decidete voi. Arrivederci amici.-
Uscito
dalla sala Tony viene raggiunto da Pepper Potts.
-Adesso che farai?-gli chiede lei.
-Francamente, Pep… non lo so.-
risponde Tony -… ma Kathy è là fuori, da sola, da qualche parte tra qui e
Chicago ed io non la lascerò sola… non più. È la sola cosa di cui sono sicuro.
Ho promesso di ritrovarla ed è quel che farò, a qualunque costo.
-Ed io ti aiuterò… non sarai da
solo.
Tony
sorride:
-Mi dispiace, Pep… le dice
–Dovremo saltare il pranzo con Andy.-
Lei
scrolla le spalle.
-Niente affatto.- replica –Vorrà
dire che invece del ristorante ci accontenteremo di uno spuntino casalingo
mentre coordiniamo le ricerche di Kathy.-
-Ti ho mai detto che sei una gran
donna, Pepper?-
-Non tanto spesso quanto vorrei,
purtroppo.-
Quando
escono dall’Ambrose Building comincia a piovere e la pioggia diventa un furioso
temporale che imperversa anche sulla via che da Chicago porta a New York dove,
su un autobus della Greyhound, la giovane Kathy Finch siede su un sedile del
retro, pensando alla sua meta ed a ciò che si lascia alle spalle.
3.
. Sono
passati due giorni, ma sono stati due giorni molti intensi per gli uomini che
vestono i panni metallici del Vendicatore Dorato chiamato Iron Man: un pericolo
cosmico ed un’invasione galattica hanno richiesto gli sforzi combinati di tutti
i superesseri della Terra o quasi. La vittoria ha arriso ai “buoni”, ma non
senza perdite.[2]
Nella
confusione seguita all’invasione Z’Nox è stato ritrovato un autobus della
Greyhound, colpito durante la prima ondata di attacchi alieni: tra i suoi
passeggeri si sono contati diversi feriti leggeri, alcuni feriti gravi e due
dispersi. Una dei dispersi è una ragazzina di nome Katherine Finch, ma Tony
Stark lo ha scoperto solo 24 ore dopo la fine dell’emergenza.
La
figura in armatura nera ed argento cerca di non pensare a questo: l’uomo che si
fa chiamare War Machine ha una missione oggi e questa missione lo ha portato in
Africa, la terra da cui i suoi antenati furono portati via a forza oltre due
secoli fa; una terra che, come sta per scoprire duramente, Jim Rhodes non
conosce affatto.
È
stata la sua vecchia amica Rebecca Bergier, direttore dell’Osservatorio dei
Diritti Umani della Fondazione Maria Stark e Direttore Esecutivo ad interim
della stessa a chiederglielo. Rhodey ricorda benissimo la conversazione
svoltasi appena un giorno prima nell’ufficio di Rebecca alla Fondazione, un ufficio
di recente messo a soqquadro dall’assalto di Melter e dei suoi soci attualmente
in prigione.
Rebecca
era andata subito al sodo:
-Conosci la Rudyarda, Rhodey?-
-Come tutti quelli che leggono i
giornali e seguono i TG, credo.- aveva risposto lui. -È una nazione africana a
sud del Wakanda che fino a pochi anni
fa praticava un rigido Apartheid. Se non ricordo male, il governo razzista è
stato abbattuto e si sono tenute delle libere elezioni… o almeno dovevano tenersi:
non c’è stata una specie di colpo di stato militare?-
-Diciamo pure una guerra civile.
In breve tempo siamo arrivati allo scontro di tutti contro tutti: le varie
etnie indigene della nazione le une contro le altre, una milizia di bianchi che
cerca di approfittarne per riprendere il potere ed una politica generalizzata
di pulizia etnica. Il Governo legittimo controlla, di fatto, solo una porzione
di territorio intorno alla capitale; il resto è nelle mani dei Signori della
Guerra locali che si dedicano allegramente a combattersi ed a sterminare
chiunque appartenga all’etnia avversaria. In parole povere; anarchia completa.-
-Grazie della lezione di
geopolitica, ma che c’entro io?-
-Non più tardi di tre giorni fa,
due inviati della Fondazione, incaricati di supervisionare gli aiuti umanitari,
hanno scoperto una fossa comune nel sud del paese, ma sono stati rapiti…
ufficialmente da una banda di fuorilegge mentre erano sulla via del ritorno al
vicino villaggio. Delle autorità locali non ci si può fidare e se aspettiamo
che si muovano le autorità internazionali, non solo i miei amici saranno già
morti, ma probabilmente saranno scomparse anche le prove degli eccidi.-
-Quindi tu vorresti…-
-Un intervento diretto di qualcuno
abbastanza determinato da infischiarsene se viola leggi o trattati internazionali
per far conoscere la verità e salvare gli innocenti.-
-Qualcuno che è già ufficialmente
un fuorilegge come War Machine, giusto? Rebecca, tu sai come solleticare la
vanità di un uomo.-
Ha
detto proprio così? Beh, deve riconoscere che lui ha inghiottito l’esca con
tutto l’amo. Tanto peggio: non lo ha mai preoccupato usare le maniere forti
quando è necessario. Naturalmente non è detto che ci sia bisogno
dell’intervento di un peso massimo come War Machine. Un’esplosione appena sotto
di lui gli toglie ogni dubbio.
È
un Tony Stark molto pensieroso quello che esce dalla doccia e dopo essersi
asciugato s’infila un accappatoio pulito e profumato. Sono state 48 ore molto
intense per lui e non solo per lui, a dire il vero. Sono successe tante cose e
tutte in contemporanea o quasi: una minaccia di scala cosmica, un’invasione
aliena, l’incontro con una sorella proveniente da una dimensione parallela (ma
non erano cose che capitano solo agli X-Men?) ed infine, ma forse più
importante per lui, la scomparsa di sua figlia Kathy. Ha provato a cercarla
ovunque, ma non sembra essercene traccia negli ospedali della zona della
scomparsa ed anche i tentativi di ritrovarla per mezzo della frequenza del chip
che le impiantò tempo fa[3]
sono andati a vuoto. Dev’essere colpa di quella dannata interferenza nel campo
elettromagnetico terrestre causata dal pianeta degli Z’Nox, ma è un problema
che può risolvere ricalibrando gli strumenti e ci riuscirà.
Alla
fine, però, stanchezza e stress hanno finito per esigere il loro pedaggio e Tony
si è addormentato al tavolo da lavoro per risvegliarsi circa 9 ore dopo nel suo
letto. Non ha idea di chi ce l’abbia portato, probabilmente è stata opera di
Pepper o Meredith con un po’ d’aiuto da parte di qualcun altro. È stato meglio
così, però, adesso, più riposato e con la mente più lucida può lavorare meglio
e riuscirà a ritrovare sua figlia.
Ha appena
finito di rivestirsi che gli viene segnalato l’arrivo di un visitatore. Non è
affatto una sorpresa veder entrare Joanna Nivena Finch. In circostanze diverse
si sarebbe soffermato a pensare a quanto sia sempre bella come quando l’ha
conosciuta, ma non è il momento adesso. I convenevoli sono rapidi e la donna si
rivolge a Tony:
-Ancora nessuna notizia?-
-No.- risponde Tony –Sto usando
tutte le mie risorse per rintracciarla, ma ancora niente.-
-Credi che sia… che possa essere…-
-No, non pensarlo nemmeno: è viva,
sta bene e la ritroveremo sana e salva, te lo prometto.-
-Credi che sia colpa nostra, Tony?
Abbiamo sbagliato con lei e se n’è andata per questo?-
-Francamente, Joanna, non so che
dirti.-
A
Pittsburgh in Pennsylvania piove, una pioggerellina leggera e fastidiosa che
non si decide né a smettere, né a trasformarsi in un temporale. Mentre osserva
il panorama cupo fuori dalla finestra del locale ufficio del F.B.I. Mike
O’Brien non può fare a meno di sentirsi depresso. C’è voluta un’intera giornata
per scoprire che Kathy Finch era
riuscita a salire sull’autobus delle 11 e 45 da Chicago per New York, ma poi,
la mattina dopo, proprio alle porte di Pittsburgh, l’autobus era finito fuori
strada, colpito, a quanto sembra, da un’astronave Z’Nox. Nella confusione
dell’invasione era stato ritrovato solo nella tarda mattinata, quando
l’invasione era ormai finita e debellata, ed a quel punto, stando alle testimonianze
raccolte, la ragazzina che sedeva in ultima fila era scomparsa e non era sola.
Mike era subito volato a Pittsburgh per occuparsi personalmente delle ricerche
per conto di Tony. Era il più qualificato per farlo, a causa del suo passato di
poliziotto. Delle indagini ufficiali si sta occupando l’F.B.I. perché Kathy
aveva passato il confine di tre stati nella sua fuga ed era possibile che fosse
già oltre il confine di un quarto. La grande domanda era: dov’è finita? Perché
non aveva aspettato i soccorsi? E l’altro tipo che è scomparso si trova con
lei? Kathy l’ha seguito di sua volontà o lui l’ha rapita? Ed in questo caso è
ancora viva oppure…
A
pensarci bene sono un sacco di domande e nessuna con una risposta confortante.
L’esperienza di Mike nel dipartimento di Polizia di New York non lo ha reso
ottimista, ma questo non significa che voglia rinunciare a sperare.
In
quel momento ecco arrivare due uomini:
uno in borghese, con appuntato sul bavero della giacca il distintivo del F.B.I.
e l’altro con la divisa della Polizia di Stato della Pennsylvania.
L’uomo
in borghese tende subito la mano a Mike.
-Tu sei O’Brien. giusto? Io sono
Bob Nash dell’ufficio di Chicago e dirigo le indagini, questo è il maggiore
Parkinson della Polizia di Stato.-
L’uomo
in questione rivolge ad O’Brien un brontolio.
-Non gli va giù che tu ti unisca
noi, ma io non ho problemi. Tu eri dei nostri una volta, giusto? 10 anni nella
Polizia di New York di cui 7 come detective e poi altri due anni come capo dei
Guardiani della Volta. Niente male.-
-Vedo che ti sei informato.-
commenta Mike –Ora ti dispiacerebbe dirmi se ci sono novità?-
-Presto detto: nessuna.- risponde
Nash -I testimoni si ricordano la ragazzina, ma nessuno ricorda di averla vista
dopo l’incidente. Buio completo sull’altro scomparso. Finora le ricerche sulle
prenotazioni alla Greyhound non hanno dato esito, vale a dire: non sappiamo chi
sia. Come potrà confermarti il qui presente maggiore, le ricerche lungo
l’autostrada sono finite in una bolla di sapone. La ragazzina potrebbe aver
fatto l’autostop ed essere stata raccolta da un automobilista di passaggio. A
quest’ora potrebbe anche essere nello Stato di New York…-
L’Agente
Speciale del F.B.I. sembra lasciare la frase a metà, ma Mike O’Brien capisce
bene cosa sottintende: se Kathy è finita nelle mani di un malintenzionato
rischiano di non trovarla viva.
4.
Cercare
di ferire qualcuno dotato di un’armatura sofisticatissima e tecnologicamente
avanzata usando armi convenzionali non è esattamente una buona idea e si rivela
pessima se consideriamo che la suddetta armatura è dotata di armamenti leggeri
e pesanti da far invidia ad un intero reparto di un esercito. Quello che sta
attaccando War Machine in questo momento è sostanzialmente questo: un reparto
militare, a giudicare dalle divise e dall’armamento. Un reparto di una di
quelle famose milizie impegnate nella guerra civile? Probabile, ma non molto
importante in fondo. War Machine non sa cosa gli hanno sparato prima, ma sa che
quello che gli sta venendo addosso è un missile del tipo stinger.
C’è
una cosa che dovete sapere di Jim Rhodes: normalmente è un tipo pacifico, ma se
tentate di fargli del male, di ammazzarlo addirittura e per giunta potreste
anche essere responsabili della strage di civili innocenti… beh diciamo che non
è salutare averlo contro quando si arrabbia.
La
prima cosa che fa War Machine è una manovra evasiva. Quel missile non dovrebbe
avere una potenza tale da danneggiare l’armatura, ma perché correre dei rischi
inutili? La seconda cosa è sparare uno dei suoi minimissili ad intercettare e
distruggere quello avversario.
Fatto
questo, non resta che darsi ad un po’ di sana azione diretta. Come un fulmine
War Machine piomba tra i soldati scompaginandoli, ma non manca chi gli spara
ripetutamente:
<<Ma
per carità!>> commenta il supereroe in armatura <<Sono più di dieci anni che Iron Man è in giro, le sue armature sono
famose in tutto il mondo e voialtri ancora provate a fermarmi sparando? Che
c’è: non arriva la CNN da queste parti? Da non crederci.>>
È
necessario sottolineare che le pallottole rimbalzano sull’armatura?
Naturalmente no e non è una sorpresa nemmeno il fatto che alcuni dei soldati
siano colpiti dalle loro stesse pallottole di rimbalzo (o da quelle di un
commilitone, non che faccia molta differenza). War Machine ritiene che non sia
nemmeno il caso di usare l’armamento pesante per sconfiggerli e, com’è ovvio,
ci riesce in pochi minuti.
<<Ora,
gente, credo che sia il caso che rispondiate alle mie domande… adesso, Domande del tipo: che ci facevate qui?>>
-Cercavano noi, credo.-
Ci
sono molti tipi di eroi: un modo di esserlo è mettersi un’armatura ed
attraversare il mondo per raddrizzare qualche torto; altre volte basta solo
gettarsi sopra una donna proteggendola con il proprio corpo da una cascata di
materiale incandescente. Happy Hogan ha indossato l’armatura più di una volta,
ma non l’aveva quando ha salvato la vita di Roxanne Gilbert a rischio della
propria: ha agito d’impulso senza pensarci un secondo e forse è proprio questo
che fa di un uomo un eroe.
In
questo momento, però, Happy è impegnato in un diverso tipo d’impresa, mentre
scopre che la riabilitazione dopo aver subito ferite come le sue non è così
facile come poteva sembrare. Si dà il caso che Happy sia un combattente nato e
ne sanno qualcosa gli avversari che ha incontrato quando era sul ring. C’era
chi sosteneva che l’unico motivo per cui non finiva al tappeto era perché era
troppo stupido per capire quando cadere. Forse è vero, ma è comunque una dote
da non sottovalutare.
Finita
la sessione di fisioterapia Happy ha la sorpresa di ritrovarsi in camera non
una, ma ben tre donne, infatti oltre a Hannah Fairmont ci sono anche Pepper
Potts e Rebecca Bergier.
-Beh questo pare che sia il mio
giorno fortunato.- commenta Happy –Scusate se non mi alzo ragazze, ma pare che
non mi sia ancora permesso.- sottolinea le ultime parole con uno sbuffo ed
un’alzata di spalle e Pepper non può fare a meno di sorridere.
-Vedo che ti stai proprio
riprendendo, Hap.- dice.
-Mi conosci, rossa, sono un tipico
testone irlandese… come te. Ma non parliamo di me… dimmi ci sono notizie della
figlia di Tony?-
-Ancora nessuna purtroppo.-
-Vedrai che andrà tutto bene… ne
sono convinto.-
Istintivamente
Happy le stringe una mano, ma dopo pochi attimi Pepper la ritira. Hannah
fairmont ha uno sguardo molto eloquente al riguardo.
A
questo punto interviene Rebecca Bergier:
-Spero che tornerà presto al
lavoro, Mr. Hogan.-
-Chiariamo una cosa, ragazza:
chiamami Happy o non chiamarmi affatto.-
Ora
tocca a Rebecca sorridere mentre risponde:
-D’accordo… Happy e come ho già detto, spero che tu ti rimetta
in forma il prima possibile.-
Delusa dalla promozione?- la
stuzzica Happy.
-Direi, piuttosto: stanca. Dover
seguire sia il lavoro della mia sezione che quello di tutta la Fondazione sta
assorbendo quasi tutta la mia giornata, con il risultato che non mi resta quasi
tempo per nient’altro.-
-Capisco… e certi giorni sono
peggio di altri, giusto? Avete poi capito cosa volevano quei tre buffoni
nell’irruzione dell’altro giorno?-
-No… loro non parlano…
apparentemente cercavano qualcosa nel mio ufficio ed hanno preso dei dischetti
con le attività degli ultimi mesi. Mr. Stark mi ha detto che ha un sospetto sui
mandanti.-
-Uhm già e immagino anche quali:
questa storia ha il marchio di Hammer.-
-O di sua figlia…- interviene Pepper -… è socia di Tiberius Stone e magari c’entra anche lui, peccato che non possiamo provarlo. E adesso tutti e due sono entrati nel Consiglio dei Direttori della REvolution.-
-Già, l’ho sentito al TG.-
commenta Happy –Bella roba eh?-
-Basta con questi discorsi.-
intervene Hannah –Non vorrai agitarti troppo, vero Happy?-
-Non preoccuparti cara, non sono
un tipo che si eccita facilmente, anzi sono un tipo tranquillo. Certo, se
rimani un po’ da queste parti, potrei anche riscaldarmi un po’.-
-Beh, credo che questo sia il
segnale per noi di andarcene, Rebecca.- commenta Pepper –Ci vediamo un altro
giorno, Happy.
Seguita
da Rebecca Bergier, Pepper esce chiudendo la porta della stanza dietro le sue
spalle. Happy si merita un po’ di quiete e di felicità, pensa, specie dopo
quello che lei gli ha fatto passare negli ultimi tempi del loro matrimonio.
Peccato che prima o poi tornerà a cercare guai. In questo è proprio uguale a
Tony. Gli uomini della sua vita sono tutti un tale disastro. Certo,
ufficialmente non ci sono uomini nella sua vita adesso e forse è meglio così.
Gordon
Clay ama definirsi un fotoreporter d’assalto e la definizione non è sbagliata, come dimostrano le sue foto
prese in circostanze in cui spesso era
la sua stessa vita ad essere in pericolo. Da quando è fisso nella redazione di
Now fa praticamente sempre coppia con la bionda e determinata reporter Isobel
Aguirre. Ci sono poche cose che isobel non rischierebbe per un articolo, meglio
ancora per uno scoop ed il fatto che nel loro sodalizio sia Gordon a ricoprire
spesso il ruolo di voce della ragione la dice lunga sul temperamento della
ragazza.
In questo
momento la coppia d’assalto del giornalismo investigativo si sta prendendo una
pausa da un’inchiesta scottante, ma non certo per una vacanza.
-Davvero, Isobel, non capisco
perché siamo qui.- sta commentando Clay –Credevo che tu fossi interessata alla
morte di quell’ingegnere della Stark-Fujikawa. Non eri tu che dicevi di sentire
puzza di marcio in quella storia?-
-Quella può aspettare.- risponde
Isobel –Ora sono più interessata alla sorte della piccola Stark.-
-Non si chiama Finch? E comunque
che cosa credi di poter fare? Per quando uscirà il prossimo numero di Now, la
storia sarà già vecchia ed i giornali ed i TG avranno già rivelato tutto quello
che ci sarà da sapere… compresi i dettagli più macabri, se ci saranno.-
-Può darsi, ma… voglio esserci.
Prima di tutto perché una notizia è una notizia e noi siamo abbastanza in gamba
da coprire angoli non considerati da altri e poi… se non avessi scritto
l’articolo in cui si rivelava che Tony Stark era sua padre, probabilmente
quella ragazzina non si sarebbe trovata in questo guaio.-
-Un rigurgito di coscienza? Questa
non me l’aspettavo da te.-
-Che ci sarebbe di male? E comunque...
se fossimo noi a trovarla per prima, pensa che colpo sarebbe per Now… magari
avremmo anche la prima pagina del Bugle.-
-E credi che potremmo riuscirci
noi prima di tutto l’esercito di poliziotti ed agenti privati che è in giro a
battere a tappeto tutta l’area da Pittsburgh a New York?-
-Dimentichi, Gordon, che in tutti
i miei anni di giornalismo mi sono fatta contatti che i poliziotti neanche si
sognano.-
-Ma anche se scopriamo qualcosa,
finiremo nei guai se non lo diremo anche alla Polizia o peggio all'F.B.I.-
-Oh, glielo diremo sicuramente…
dopo che avremo scritto l’articolo.-
E
così dicendo, Isobel bussa ad una porticina in ferro battuto di un vicolo di
Pittsburgh, Pennsylvania, e, mentre stringe la sua fedele fotocamera digitale,
Gordon Clay sente che potrebbero mettersi in un bel po’ di guai.
FINE PARTE SECONDA
E
così, eccoci arrivati alla fine anche di quest’episodio. Questa vota solo poche
note “tecniche”:
1) Come
avrete notato quest’episodio è diviso in due distinte parti. Nella prima, ambientata
prima di Vendicatori #61, si conclude la sequenza di eventi iniziata nello
scorso episodio con lo scontro tra Mike O’Brien nelle vesti di Iron Man e la
tesa assemblea degli azionisti della REvolution; nella seconda, ambientata dopo
Vendicatori #70 (e così ci mettiamo alla pari con I Vendicatori almeno finché
il distinto autore di quella serie, nonché supervisore di questa, non creerà
un'altra sequenza di 15 episodi in cui sia impossibile trovare una minima pausa
-_^) e torna in gioco War Machine, che da troppo tempo non aveva i riflettori
tutti per se.
2) La
Rudyarda è una di quelle nazioni fittizie che tanto spesso troviamo alla
Marvel. Nazione confinante col Wakanda, aveva un regime di Apartheid simile a
quello del Sud Africa, anche se il suo modello è probabilmente la Rhodesia,
oggi Zimbabwe, che aveva anch’essa un regime simile. Così come il nome Rhodesia
viene da quello dell’esploratore ed uomo politico inglese Cecil Rhodes, così il
nome Rudyarda è sicuramente ispirato al nome dello scrittore Rudyard Kipling.
La situazione di guerra civile descritta nella storia è frutto esclusivo della
mia immaginazione, ma è ispirata alle molte situazioni analoghe che esistono in
Africa, in particolare a quanto è accaduto e sta accadendo in Ruanda, Burundi,
Somalia, Sudan e Congo.
3) Come detto
sopra, nell’intervallo di due giorni tra i capitoli 2 e 3 sono avvenuti gli
eventi di Vendicatori #61/70 e racconti correlati in cui gli alieni Z’Nox
tornano sulla Terra in un’invasione fallita. In quest’arco di tempo si situa,
ovviamente, anche l’Iron Man Annual #1.
Nel
prossimo episodio: War Machine si confronta con gli orrori della pulizia etnica
e non solo; continua la ricerca di Kathy Finch ed alla prima riunione del nuovo
Consiglio dei Direttori della REvolution le cose si fanno bollenti. In più
anche il debutto della nuova intelligenza artificiale del sistema
computerizzato Stark: Antigone.
Alla
prossima, non mancate.
[1] Howard Finch, il marito di Joanna e padre putativo di Kathy.
[2] La storia completa su Vendicatori #61/70 e Capitan America Annual #1, Avengers Icons #38, , Hulk #15, Vendicatori Costa Ovest Annual #1, Iron Man Annual #1 e Vendicatori Annual #3 (Cavoli, così tanti? -_^)
[3] Parla del microchip sottocutaneo impiantato a tutti i membri dei Vendicatori e che Tony ha innestato anche ai figli (a parte Philip Grant).